Mil. - Autoveicolo da combattimento interamente chiuso, con
trazione a cingoli, protetto da una corazza e armato di un cannone e/o una o
più mitragliatrici. • St. - I tentativi
di unire la capacità offensiva di un cannone alla mobilità di un
autoveicolo, proteggendo nel contempo gli addetti all'arma e alla guida, sono
molto antichi. I primi tentativi degni di nota risalgono al XIX sec., con mezzi
mossi da un propulsore a vapore; tuttavia la prima realizzazione di importanza
militare risale alla prima guerra mondiale ed è opera di tecnici inglesi.
Nel gennaio 1916 i costruttori Tritton e Wilson idearono un
c.a. chiamato
Mother (madre) che l'esercito inglese ordinò in 100 esemplari.
Questi mezzi furono chiamati
landship (letteralmente: corazzate
terrestri) ma presero l'odierno nome di
tank (cisterna) in quanto, per
ragioni di segretezza, se ne mascherò la costruzione facendoli passare
per serbatoi mobili. Questo primo
c.a., denominato in sigla
Tank Mark
I o
Mk I, aveva un tipico profilo a losanga e portava in due torrette
laterali l'armamento pesante (2 cannoni da 57 mm). Inoltre era dotato di 4
mitragliatrici calibro 7.92. In alternativa a questa versione da sfondamento
(denominata
Male, maschio) ne fu prodotta anche una da rastrellamento
(denominata
Female, femmina) che era armata solo da 6 mitragliatrici. Con
un motore da 105 HP e un peso di 27-28 tonnellate, sviluppava la modesta
velocità di 5 km/h e aveva un'autonomia di soli 40 km. Tuttavia, con la
protezione che offriva all'equipaggio la sua corazzatura da 10 mm, ebbe successo
già nella prima azione di sfondamento che avvenne nella battaglia della
Somme il 15 settembre 1916. Quasi contemporaneamente i francesi svilupparono due
tipi di
c.a.: il
Canon d'Assault Schneider o
C.A.1 e il
Char d'Assault St. Chamond Modèle 16, che furono impiegati in
battaglia rispettivamente il 16 aprile 1917 e il 5 maggio 1917. Si trattava
però di veicoli molto diversi da quelli inglesi, di forma vagamente
simile ad un camion; entrambi dimostrarono però gravi problemi operativi,
per cui furono costruiti in numero modesto. Nello stesso anno la Renault mise a
punto un
c.a. leggero denominato F.T. 17 (dove la F.T. sta per
faible
tonnage, peso limitato); questo
c.a. infatti pesava solo 6,5
tonnellate e, pur essendo dotato di un propulsore da soli 27 HP, sviluppava una
velocità di 7,6 km/h con una autonomia di 60 km. La corazzatura aveva uno
spessore di 16 mm e l'equipaggio era di soli 2 membri; l'armamento era
costituito da un cannone da 37 mm o una mitragliatrice cal. 8 mm. È
importante notare che questo mezzo aveva delle dimensioni molto ridotte per cui,
a differenza dei mezzi inglesi, che per superare le trincee facevano affidamento
sulla loro lunghezza (810 metri), questo
c.a. le oltrepassava spesso
entrandovi e uscendone. Visti i mezzi alleati, i tedeschi reagirono costituendo
un comitato di esperti delle varie industrie per mettere a punto a tappe forzate
un mezzo corazzato (in tedesco
Panzer). Nel 1917 iniziò la
produzione dello
A7V, un corazzato con due motori che entrò in
funzione il 27 febbraio 1918 con risultati deludenti perché, pur avendo
buone caratteristiche (velocità 12 km/h, corazza da 30 mm, armamento 1
cannone da 57 mm e 6 mitragliatrici da 7 mm) era molto ingombrante (3,4 m di
altezza), poco maneggevole e con un'autonomia di soli 35 km. L'equipaggio era
costituito da ben 18 uomini. Anche l'Italia tentò la costruzione di un
c.a.: nel 1917 fu costruito il
Fiat 2000, un veicolo da 40 t poco
manovrabile su terreni vari, che ebbe quindi impieghi solo marginali. Nel
frattempo gli inglesi misero a frutto le loro esperienze producendo modelli
successivi e perfezionati dei carri
Mark, fino allo
Mk 5 Star
(1918), che dimostrarono una indubbia superiorità anche se la soluzione
delle torrette laterali (peraltro rese rettrattili per trasportare il
c.a. via ferrovia), fu successivamente abbandonata. Nel periodo fra le
due guerre mondiali le grandi potenze proseguirono gli sforzi per mettere a
punto
c.a. più perfezionati, anche se vari strateghi confidavano
di più in formidabili mezzi difensivi come la linea Sigfrido e la linea
Maginot. Lo sviluppo si orientò su tre linee di mezzi:
c.a.
leggeri (2-12 t, equipaggio di 1-3 uomini),
c.a. medi (14-20 t,
equipaggio di 4-5 uomini) e
c.a. pesanti (27-70 t, equipaggio di 5-6
uomini). Il primo tipo sviluppò la concezione del Renault francese.
Particolarmente attivo nel ricercare soluzioni anche molto originali per veicoli
con 1-2 uomini di equipaggio, fu il maggiore inglese Gifford Q. Martel, che
elaborò la serie delle
tankette. Durante la seconda guerra
mondiale il
c.a. leggero ebbe però scarso successo; il modello
più diffuso fu il
Light Tank M.3 americano, eccezionalmente
manovrabile del quale furono costruiti 10.400 esemplari fra il 1942 e il 1944.
La produzione cessò perché il conflitto aveva dimostrato che i
c.a. medi rappresentavano il miglior compromesso fra costo,
manovrabilità, trasportabilità e potenza di fuoco. Infatti quasi
tutte le nazioni spinsero la produzione verso questo tipo di
c.a.,
costruendone grandi quantità. I mezzi più famosi sono lo
Sherman americano, che fu costruito in 50.000 esemplari, l'inglese
Mk
6 Crusader II, costruito in 4.300 esemplari, lo
Mk III Valentine,
sempre inglese, costruito in più di 8.000 esemplari e il tedesco
Panzerkampfwagen III Ausf. G, che fu costruito in ben 15.000 esemplari.
Tra i
c.a. pesanti più usati nel conflitto ricordiamo il
Panzerkampfwagen V Ausf. D (detto brevemente
Panther, pantera)
prodotto in circa 6.000 esemplari e l'inglese
Mk IV Churchill, costruito
nella varie versioni (inclusa una con un cannone da 40 mm e un obice da 76,2 mm)
in circa 5.500 esemplari. Paradossalmente il famoso
Tiger (tigre)
tedesco, diventato quasi il simbolo di
c.a., fu costruito in pochissimi
esemplari. Della prima versione furono prodotti solo 250 esemplari, mentre la
seconda versione, denominata
Tiger II Ausf. B o tigre reale, che rispetto
al precedente era più grande, più pesante e più corazzato,
non superò i 450 esemplari. A differenza degli altri, l'esercito russo
puntò sulla produzione di un
c.a. di impiego generale, il
T.34, un mezzo dalle caratteristiche eccezionali che nelle sue varie
versioni fra il 1940 e il 1945 fu prodotto in circa 58.000 unità. Dopo la
seconda guerra mondiale il concetto di
c.a. di impiego generale ebbe una
larga affermazione, tanto è vero che la maggior parte dei carri moderni
ha un peso che si aggira attorno alle 40 t, fatta eccezione per alcuni modello
di peso inferiore alle 16 t che sono aviotrasportabili e in qualche caso, come
lo statunitense
Sheridan, anche paracadutabili. Particolarmente
rappresentativo dei mezzi leggeri moderni è l'inglese
Scorpion S
101 che, nato nel 1964, è stato impiegato nel conflitto delle
Falkland fra Inghilterra e Argentina. Esso è lungo solo 4,38 m (quanto
un'auto di grossa cilindrata) e largo solo 2,18 m. Grazie alla sua corazza in
lega leggera pesa solo 7,96 t, sviluppa una velocità di 87 km/h e ha
un'autonomia di 644 km. L'equipaggio è di 3 uomini. Nonostante le piccole
dimensioni è armato con un cannone da 76 mm che ha una gittata di 2.500 m
e una mitragliatrice, coassiale al cannone, da 7,62 mm, oltre ad una coppia di
mortai per il lancio di bengala e cortine fumogene. Può essere
trasportato anche agganciato ad un elicottero e reso galleggiante avvolgendolo
mediante uno speciale telone in dotazione fissa. Fra i
c.a. di impiego
generale moderni più diffusi ricordiamo per gli USA lo
XM-1 Abrams
del 1977 che è dotato di un propulsore con turbina policarburante da
1.500 HP, per l'Inghilterra il
Chieftain Mk 5 del 1961 che ha avuto una
larghissima diffusione e il più recente
Challenger da 60 t che
è entrato in funzione nel 1983, per la Francia lo
AMX 30 e lo
AMX 32, per la Germania il
Leopard I (concepito nel 1968 e
successivamente aggiornato nelle versioni A2, A3 e A4), e il
Leopard 2
del 1974. Per l'Italia ricordiamo il
Leopard I costruito su licenza
tedesca dalla OTO Melara, che ha anche sviluppato nel 1980 un suo
c.a. da
43 t, lo
OF-40, destinato alla esportazione. In campo sovietico
ricordiamo il
T 72, apparso per la prima volta nel 1977 ma costruito fin
dal 1971, del quale sembra ne siano stati costruiti oltre 20.000 esemplari,
anche come dotazione ai paesi del Patto di Varsavia e altri paesi filosovietici.
Una versione aggiornata è il
T 80, nato fra il 1979 e il 1980. Nel
1979 in Israele iniziò la produzione del
Merkava, un carro da 56 t
particolarmente adatto all'impiego nel Medio Oriente e in ambienti desertici,
con velocità e autonomia non eccezionali, ma molto curato per assicurare
elevate probabilità di sopravvivenza all'equipaggio. Collaudato in
battaglia per la prima volta durante l'invasione del Libano nel 1982 contro i T
72 in dotazione alla Siria, ha rivelato eccezionali caratteristiche sia
difensive che offensive.
Tecnica costruttiva. Nei primi
c.a. la
corazzatura era costituita da piastre di acciaio duro imbullonate; solo verso il
1930-35 si affermano gli scafi saldati o fusi, più leggeri e più
resistenti nello stesso tempo. In tutta la storia del
c.a. l'attenzione
dei costruttori è sempre stata rivolta alla ricerca di corazzature sempre
migliori, ma anche di propulsori in grado di assicurare una velocità
elevata ai mezzi. Naturalmente ciò richiedeva anche un continuo
perfezionamento dei sistemi di trazione (cingoli, sospensioni, rulli di
scorrimento). Vanno ricordati in particolare i numerosi tentativi compiuti
dall'ingegnere americano J.W. Christie che fra il 1919 e il 1932 inventò
e sperimentò molte soluzioni originali che ebbero un'applicazione
favorevole solo in mezzi costruiti in tempi molto successivi. Fra i suoi
tentativi più originali vi è la ricerca, senza successo, di un
c.a. a cingoli amovibili in modo che il veicolo su strada, procedendo su
ruote, fosse molto più veloce. Da tale tentativo però
derivò una soluzione tutt'ora in uso per evitare lo scarrucolamento dei
cingoli. A lui si devono anche i primi
c.a. veloci (100 km/h su strade e
70 km/h su terreno vario, nel 1928), nonché i primi esemplari di carri
anfibi e aviotrasportabili. Prima della seconda guerra mondiale le prestazioni
in velocità dei carri più diffusi erano però alquanto
limitate in quanto i propulsori disponibili sviluppavano circa 150 HP; solo
durante il conflitto si costruirono motori di potenza attorno ai 400 HP. Il
grande successo del
Phanter è dovuto in larga misura al fatto che
il suo propulsore Maybach da 23.800 cc e 700 HP era indubbiamente superiore ai
motori dei
c.a. nemici (400 HP per la miglior versione dello
Sherman e 340 HP per il
Churchill). Per confronto ricordiamo che i
c.a. moderni sviluppano potenze molto più elevate (830 HP il
Leopard I e 1.500 HP il
Leopard 2) e di solito sono dotati di
motore a scoppio policarburante (benzina, gasolio, kerosene, ecc.). Fa eccezione
il già citato
Abrams, che monta una turbina da 1.500 HP molto
leggera e affidabile, tale da portare il rapporto peso/potenza a 25 HP/t.
Ciò permette accelerazioni altissime (da 0 a 30 km/h in 6 secondi). Anche
la forma dei
c.a. andò evolvendosi di pari passo, assumendo un
profilo sempre più basso e sfuggente, per offrire la minor superficie
possibile al tiro nemico, l'inclinazione delle piastre non offre trappole ai
proiettili nemici. Siccome questi
c.a. sono del tipo a
carica
cava, in modo da massimizzare la perforazione, certi portano sulla corazza
delle casse cave o anche delle piastre metalliche con un sottile strato di
esplosivo che detona al contatto del proiettile nemico e lo distrugge o almeno
evita l'effetto perforante della carica cava. Si parla allora anche di
corazza attiva. È invece poco noto sui tipi di acciaio impiegati
per resistere alla perforazione, trattandosi di uno dei segreti dei costruttori
di scafi. I sistemi di arma si sono invece evoluti in maniera relativamente
lenta; un sostanziale progresso si ebbe solo negli anni '60, quando furono
introdotti i caricatori automatici di proiettili e i sistemi di compensazione di
tiro, che permettono una buona precisione di tiro anche con il carro in
movimento. Negli anni '70 si è avuta una massiccia introduzione di
sistemi di strumentazione elettronica (calcolatori elettronici numerici o
analogici), tanto che questi in certi
c.a. hanno un costo paragonabile a
quello del resto del mezzo. La tipica strumentazione comprende un elemento laser
ad alta precisione (meno di 5 metri sulla distanza di tiro utile), e una serie
numerosa di sensori (velocità del mezzo, velocità del vento,
temperatura dell'aria, pressione atmosferica, assetto del carro, rotazione della
torretta, ecc.) collegati ad un calcolatore che opera automaticamente le
compensazioni sui parametri di tiro. Un altro strumento in dotazione normale
è un sistema di visione notturna a raggi infrarossi ad alta
sensibilità. I
c.a. moderni sono dotati anche di sistemi NBC
(difesa nuclearebiologica-chimica) per il combattimento su terreni contaminati,
di sofisticati sistemi di comunicazione in codice e vari altri dispositivi
attivi e passivi per limitare l'individuazione da parte del nemico.
Modello tridimensionale del carro armato sovietico T-34, il mezzo corazzato sovietico piů famoso della seconda guerra mondiale